“Io sono come Omero”
Domenica, 18 Gennaio 2015, gli amici del Centro studi Ausonia hanno avuto l’onore e la gioia di assistere, presso la sede sociale, ad un altro emozionante evento, organizzato dalla Commissione Cultura e particolarmente promosso dalla socia e membro della commissione, Francesca Arcidiaco: la presentazione dell’unica biografia autorizzata del poeta statunitense, Lawrence Ferlinghetti, “Io sono come Omero”, scritto da Giada Diano.
Abbiamo avuto il piacere di conoscere due giovani ragazze calabresi di Lazzaro (RC), paese da cui la nostra Francesca è anche originaria. Le due ragazze in questione, Giada Diano, autrice del libro e Elisa Polimeni, la relatrice e amica dell’autrice, che ci ha introdotto il libro, ci hanno emozionato con la loro passione, rappresentativa di una gioventù calabrese attiva, piena di vita ed entusiasmo, oltre che portatrice di una profonda sensibilità culturale, storica e sociale.
Elisa Polimeni ha definito la biografia “un Inno alla Vita, vissuta con pienezza ed in prima persona”, e ci ha anche presentato l’anima della stessa scrittrice, Giada Diano, descrivendola come una ragazza calabrese che, essendosi appassionata all’età di 15 anni alla poesia di Lawrence Ferlinghetti, decise di contattarlo personalmente, ma senza neanche sperare di ricevere una risposta… che poi invece è arrivata… ed è così che, carica di entusiasmo e al tempo stesso di timori, parte da Reggio Calabria alla volta della California, USA. Da lì si instaura quello che si rivelerà essere un intenso rapporto fatto di continui incontri, interviste e scambi di opinioni con il famoso poeta (di origini italiane da parte di padre, di Brescia; origini che la stessa Diano ha saputo ricostruire per alcuni tasselli, svolgendo un importante lavoro archivistico su documenti andati perduti), considerato uno tra i più illustri poeti della “Beat Generation” degli anni ’50 in America.
In particolar modo, come ci spiega Elisa Polimeni, Ferlinghetti affida ad una tanto appassionata quanto sensibile Giada Diano, “decine e decine di diari scritti dal poeta durante i suoi viaggi europei durante tutto il corso del XXesimo secolo…” Immaginate quindi quale importanza ed onore, quello dato da Ferlinghetti a Giada, di poter raccontare, attraverso i suoi stessi occhi, numerosi episodi storici che hanno attraversato il secolo del ‘900!? È chiaro che una simile scelta è indicativa di una profonda amicizia, fiducia e sensibilità reciproca, esistente tra i due. [E a noi, in quanto Centro Studi Ausonia, fa piacere che sia stata una ragazza calabrese a far breccia nel cuore di un simile personaggio illustre, come Lawrence Ferlinghetti.]
Nel libro di Giada Diano vengono quindi illustrati, tramite i racconti, le impressioni e le testimonianze raccolte dallo stesso Ferlinghetti: vicende significative e spesso molto dolorose che hanno segnato la storia del Novecento, come lo sbarco in Normandia, il bombardamento atomico a Nagasaki, episodi personali in Russia, teatro della guerra fredda… Come la stessa Giada Diano ci ha detto, Ferlinghetti ha sempre sentito il dovere morale di vedere e vivere in prima persona gli accadimenti che hanno coinvolto e ancora coinvolgono l’umanità… tutto ciò nella profonda volontà di restituire alla poesia quella forma di “appello all’etica della coscienza e all’etica della verità” (Giada Diano)… Sentimento questo forse in molti casi dimenticato, o oscurato, da un’ansia del benessere materiale che l’America viveva negli anni ’50 e che forse ancora vive, anche se in modalità differenti. È infatti la stessa Giada Diano a leggerci alcuni passi del suo libro, come quello in cui Ferlinghetti ci consegna una forte e toccante testimonianza degli orrori prodotti dalla bomba atomica sganciata a Nagasaki.
Giada ci racconta inoltre la sua personale esperienza riguardo a come la “poesia militante” di Ferlinghetti è stata per lei significativa quando, all’età di 15 anni, per la prima volta lesse una poesia di Ferlinghetti: “The World is a Beautiful Place”/ “Il mondo è un posto bellissimo” (1955). Questa poesia, ci spiega, ha cambiato il corso della sua esistenza… e “ha indirizzato la rabbia adolescenziale lungo viaggi prima ideali e poi reali” che lei stessa ha compiuto, attraverso la poesia di Ferlinghetti e il movimento della Beat Generation. Come Giada ci spiega, tale movimento è stato spesso stereotipamente accomunato soltanto a sesso, droga e Rock ‘n Roll… sottovalutando quanto invece racchiudesse in sé una profonda “istanza della coscienza”, che portò poi al movimento di protesta contro la guerra del Vietnam. Ed è probabilmente questo il sentimento in cui Giada si è ritrovata: una poesia in grado di svegliare le coscienze, smuovere gli status quo e in definitiva cambiare il mondo.
Di seguito riportiamo la poesia di cui abbiamo avuto il piacere di ascoltarne il Reading all’interno dell’evento, prima in inglese dalla stessa Giada Diano e poi la versione in italiano (che per ragioni di spazio preferisco tralasciare), letta da Francesca Arcidiaco.
The world is a beautiful place
to be born into
if you don’t mind happiness
not always being
so very much fun
if you don’t mind a touch of hell
now and then
just when everything is fine
because even in heaven
they don’t sing
all the time
The world is a beautiful place
to be born into
if you don’t mind some people dying
all the time
or maybe only starving
some of the time
which isn’t half bad
if it isn’t you
Oh the world is a beautiful place
to be born into
if you don’t much mind
a few dead minds
in the higher places
or a bomb or two
now and then
in your upturned faces
or such other improprieties
as our Name Brand society
is prey to
with its men of distinction
and its men of extinction
and its priests
and other patrolmen
and its various segregations
and congressional investigations
and other constipations
that our fool flesh
is heir to
Yes the world is the best place of all
for a lot of such things as
making the fun scene
and making the love scene
and making the sad scene
and singing low songs and having inspirations
and walking around
looking at everything
and smelling flowers
and goosing statues
and even thinking
and kissing people and
making babies and wearing pants
and waving hats and
dancing
and going swimming in rivers
on picnics
in the middle of the summer
and just generally
‘living it up’
Yes
but then right in the middle of it
comes the smiling
mortician
(Lawrence Ferlinghetti, 1955)
Forte è la carica emozionale che trasmettono le poesie di Lawrence Ferlinghetti, che come l’autrice ci ha così bene illustrato, vogliono scatenare una “rivoluzione dei sentimenti, specie quando sono lontani da noi” e scuotere ogni forma di silenzio, di “anestetizzazione delle coscienze”. Durante l’evento sono state lette altre tre poesie di Ferlinghetti (in inglese sempre da Giada Diano) che vi invito ad andare a cercare ed ascoltare, nella loro intonazione originale dell’autore…
Troverete come anche queste hanno una forza empatica notevole: “History of the Aeroplane”, che tratta dell’11 Settembre, la cui versione in italiano è stata letta da un’altra nostra socia e componente della Commissione Cultura, Federica Martinez, la quale ha letto anche la versione italiana di “Pity the Nation” ed infine, “Ulisse Calabrese”, versione in italiano letta dal Prof. Ernesto Berti, anch’egli illustre socio della nostra Associazione e componente della Commissione Cultura.
Un incontro, insomma, davvero emozionante, carico di pathos, ma anche di riflessione etica… Le nostre menti e i nostri cuori sono stati colpiti nel vivo dalla freschezza e dall’entusiasmo di due giovani ragazze calabresi che ci hanno ricordato, agli altri giovani e ai meno giovani, cosa vuol dire interrogarsi sul mondo, andare alla ricerca della verità e anche delle proprie radici, storiche e culturali… E questo non è tanto lontano dall’obiettivo che si prefigge anche il Centro Studi Ausonia; infatti, pur avendo presentato la biografia di un poeta statunitense, l’incontro era perfettamente attinente allo scopo dell’associazione. Così come Giada ha ricercato le radici di Lawrence Ferlinghetti e ne ha ripercorso la storia nel corso dei suoi viaggi europei…, così anche il Centro Studi Ausonia, con i suoi incontri e i suoi eventi ripercorre la storia antica, ma anche quella contemporanea… dando spazio a giovani ragazzi e ragazze calabresi che dimostrano di avere talento e passione nel loro lavoro, come ad esempio Giada Diano ed Elisa Polimeni.
Ed infine anche il titolo del libro illustra con una buffa e singolare metafora ciò che abbiamo appena detto, e se lo vogliamo cercare… vi troviamo anche un certo sentore di Mediterraneo…:
“Io sono come Omero…
intendo Omero il mio cane;
sempre alla ricerca delle proprie radici…!”
(Lawrence Ferlinghetti)
Patricia Destelle
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